IN SCENA UN INTENSO ADATTAMENTO DELLA PIЀCE CHE ISPIRÒ L'OMONIMO FILM DIRETTO DA XAVIER DOLAN NEL 2013
Già un celebrato film diretto e interpretato da Xavier Dolan (anche produttore, sceneggiatore e montatore) Tom à la ferme debuttò al Festival del Cinema di Venezia nel 2013. Non molti sanno che era tratto da un testo teatrale dallo stesso titolo scritto dal drammaturgo canadese Michel Marc Bouchard nel 2009 e rappresentato per la prima volta nel 2011 a Montreal. Il regista Giuseppe Bucci ha ottenuto i diritti per l'Italia direttamente dall'autore e ne ha dato una lettura fedele, ricca di pathos e di risvolti psicologici molto densi.
SALVATORE LANGELLA
Tom, un giovane affermato professionista "cittadino" si reca nella fattoria della famiglia del suo compagno deceduto in un incidente stradale. La madre non sa nulla dell'omosessualità del figlio che le aveva raccontato di amare una giovane donna chiamata Ellen. Tom, già sotto choc nell'affrontare il lutto che lo ha colpito, rimane ancora di più coinvolto da un'attrazione quasi masochista e tanatologica nei confronti della violenza psicologica e fisica di Francis, il fratello del suo amante. Si ritrova ad accettare un gioco al massacro per salvaguardare un segreto che coinvolge Francis. Tom decide di prestarsi a quel gioco, rimanendo nella fattoria dove l'estrema sensualità di Francis lo soggioga completamente. Le continue domande della madre, il suo desiderio di conoscere a fondo la vita del figlio deceduto da cui si è sentita rifiutata, porterà Tom a prendere un'iniziativa ancora più distruttiva, quella di assecondare le richieste della madre a cui si è affezionato oltremodo. Chiama nella fattoria la sua amica Sara chiedendole di farsi passare per Ellen. La sua speranza iniziale di farsi salvare da lei si trasformerà nell'esatto opposto. Nel suo subconscio Tom conosce il rischio che correrà ma non può fare altrimenti anche se la sua scelta porterà ad un finale drammatico.
SALVATORE LANGELLA E LORENZO BALDUCCI
In questa drammaturgia, Marc Michel Bouchard concentrò i temi essenziali dell'omofobia, dell'omertà , della violenza che spesso in determinati ambienti è tutt'ora il metodo più usato per "salvare la faccia". La repressione fisica e psicologica nei confronti dell'omosessualità può essere oggigiorno meno visibile nelle grandi metropoli. Non lo è certamente nei piccoli centri dove il giudizio del vicino che si incontra ogni giorno, è molto più pesante della libera espressione dei propri sentimenti. Giuseppe Bucci ha messo ben in risalto queste differenziazioni, dimostrando quanto sia ancora prevalente l'ignoranza e purtroppo non solo nella sperduta provincia. Tom ama. Tom è un uomo sensibile disposto a soffrire per amore. Amava il suo compagno, prova amore verso la di lui madre e il suo violento fratello. Ama il vitellino che ha fatto nascere e si dedica a lui con tutto se stesso per salvarlo da una morte certa. Ed è solo in questa continua altalena tra amore e morte, tra amore e sofferenza, tra menzogna e verità che lui si sente veramente vivo, che lui sente questa continua necessità di voler provare tutte le possibili sfaccettature di quella bellissima esperienza che è la vita. Nella nostra società purtroppo l'omosessuale viene costretto a vivere nella menzogna. Nascondersi, mentire non è una scelta, così come non lo è l'omosessualità stessa. Con la fondamentale differenza che mentre la seconda è insita, la prima viene imposta e in molto casi, come in quello qui raccontato, la menzogna può portare a comportamenti che non si sarebbero altrimenti verificati.
SALVATORE LANGELLA E LORENZO BALDUCCI
Bucci ha conservato l'originale impostazione della pièce sviluppata in diversi quadri spaccati da un ripetuto jingle musicale e buio in scena. Gli interpreti si cambiano sul palcoscenico in quella penombra per passare alla scena successiva, un eccellente modo per tenere alta la tensione dello spettatore, ben coadiuvata da un commento musicale composto da Pericle Odierna. Gioca a favore l'alta sensualità dei due interpreti principali, Salvatore Langella nel ruolo di Tom e Lorenzo Balducci in quello di Francis. L'attrazione tra i due attori è si scenica ma palpabile, vera. I due si inseguono, si azzuffano, si picchiano, si deridono con un buon realismo ed una recitazione forte, ironica, emozionante. Forse a tratti è risultata poco efficace e mancante di quel pizzico in più di spontaneità che avrebbe reso i loro personaggi ancora più intensi. Qualità che invece si ritrovano nella recitazione di Marina Remi nel ruolo di Agathe, la ignara madre. L'attrice regala momenti veramente penetranti con una espressività negli sguardi e nelle intonazioni decisamente in tono con la drammaticità della narrazione. Completa questo cast Maria Lomurno nel ruolo di Sara, l'amica di Tom chiamata a dare il giro di boa ad una situazione divenuta troppo pesante. Il suo è si un ruolo minore, ma l' imbarazzo dovuto dalla parte è sembrato suo proprio.
MARINA REMI
Come purtroppo spesso succede in Italia (un concetto fin troppo ribadito) gli scarsi investimenti e le poche repliche che pièce come queste possono avere, non dà il tempo agli interpreti di entrare più profondamente nei propri ruoli: un fattore che si raggiunge solo dopo molte più repliche. Questo adattamento di Tom à la ferme è decisamente meritevole di essere rappresento a lungo, specialmente in questo particolare momento storico in cui siamo governati da personaggi che vogliono distruggere quei pochi risultati ottenuti dalla comunità LGTBQ+ e limitare le libertà di poter amare senza pregiudizi.
LORENZO BALDUCCI
TEATRO BELLI
presenta
TOM À LA FERME
di Michel Marc Bouchard
regia, luci e spazio scenico Giuseppe Bucci
musiche Pericle Odierna
foto di scena di Manuela Giusto
cast
Salvatore Langella (Tom)
Lorenzo Balducci (Francois)
Marina Remi (Agathe)
Maria Lomurno (Sara)
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